La Digital Forensics, o informatica forense, è la disciplina che si occupa dell’identificazione, della conservazione, dell’analisi e della documentazione dei reperti informatici al fine di produrre elementi di prova in procedimenti civili e penali.
L’informatica forense ha assunto un ruolo rilevante, non solo in presenza di reati informatici, ma anche in campo civile, commerciale, fiscale, giuslavoristico, nei rapporti tra cliente e istituti di credito e tra cliente e gestore di servizi di commercio elettronico.
Da una decina d’anni, con l’incremento dei sistemi digitali, è nata una nuova disciplina, la digital forensics.
L’informatico forense è un professionista (laureato o comunque che ha conseguito attestati di formazione in materia) con specifiche competenze tecnico-giuridiche che si occupa di raccogliere delle fonti di prova digitale (electronic evidence) che potranno essere utilizzate successivamente durante un processo.
Per prova digitale si intende, “un’informazione generata, memorizzata e trasmessa attraverso un supporto informatico che può avere valore in tribunale”. In questa definizione sono compresi anche tutti quei dati in formato analogico (audio e video cassette, pellicole fotografiche, telefonate fatte attraverso la rete pubblica) che possono essere “digitalizzati”, ma che non nascono in formato digitale.
Le fasi principali che caratterizzano l’attività e le best practices nell’informatica forense possono essere riassunte nell’individuazione, preservazione, acquisizione, analisi e correlazione dei dati assunti, oltre che in una completa ed esaustiva documentazione di quanto effettuato nelle singole fasi.
Esistono tre casistiche che rientrano nelle competenze di un esperto di digital forensics:
La computer forensics è la branca della digital forensics, l’equivalente italiano dell’informatica forense, che si occupa del trattamento di dati digitali di tipo computer, PC, notebook, laptop, hard disk da utilizzare come prova in un processo.
La mobile forensics è la disciplina che si occupa delle attività d’indagine e perizia informatica su dispositivi cellulari come smartphone o telefonini, utilizzando le metodologie e le tecniche ereditate dalla computer forensics.
Nella mobile forensics abbiamo quindi le stesse fasi ormai riconosciute come ufficiali delle attività di computer forensics e digital forensics, cioè identificazione, acquisizione, conservazione, analisi e reportistica, applicate ai dispositivi mobili.
La network forensics è la branca dell’informatica forense che si occupa della ricerca, raccolta, acquisizione e analisi forense dei dati che coinvolgono più sistemi informatici collegati tra loro in rete. Per rete si intende sia Internet che reti locali LAN.
Quando un illecito coinvolge più sistemi connessi in rete tra loro, la raccolta di dati da uno dei singoli computer coinvolti non è sufficiente a dimostrare pienamente ciò che si è verificato, in quali termini, quando e da chi.
Ecco quindi che occorre allargare il raggio d’azione alla ricerca di elementi che permettano di individuare tutti i sistemi e tutti i potenziali soggetti coinvolti nell’attività, siano essi gli autori, le vittime o soggetti terzi.
La Open Source INTelligence, acronimo OSINT (Intelligence delle fonti libere), è l'attività di raccolta d'informazioni mediante la consultazione di fonti di pubblico accesso.
Disciplina strettamente collegata al mondo della Cyber Intelligence, è la raccolta di notizie che devono essere trasformate in “conoscenza”, attraverso fasi di validazione, di conferma e di attribuibilità certa della cosiddetta fonte di diffusione. Con il termine OSINT si intende descrivere l’informazione disponibile ed aperta all’accesso pubblico, che ha subito un processo di ricerca, selezione, cernita e reportizzazione verso un preciso destinatario al fine di soddisfare una definita necessità informativa.
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